Il cuore dell'osmosi è la membrana osmotica. Prodotta in poliammide (tfc) consente di separare percentualmente l'acqua dai sali disciolti e dagli inquinanti.
La vita della membrana è strettamente correlata all'attenzione posta alle corrette operazioni d'uso e manutenzione. In TFJ le membrane sotto test e perfettamente funzionanti datano: 1986, 1991 e 1995. La sostituzione periodica dei prefiltri (circa ogni sei mesi) e un rapporto corretto acqua prodotta/acqua di scarto sono i presupposti per garantire, negli anni, l'efficienza della membrana. Inviare, quindi, allo scarto le sostanze indesiderate con un flusso sufficiente in rapporto alla qualità dell'acqua da trattare .... ma su quali valutazioni? In parole semplici e per meglio comprendere e definire questa indicazione è necessario semplificare i concetti del processo di osmosi inversa;proviamo a visualizzarne il funzionamento: una rete finissima e distesa sulla quale scorre l'acqua. L'acqua trascina con se: sassi, sabbia, impurità e inquinanti. Parte dell'acqua, avendo una dimensione molecolare inferiore a quanto porta con se cade, separandosi e attraversando la rete, nella zona sottostante (acqua osmotica). Sulla rete "rotolano" le parti indesiderate, trascinate verso la zona do scarico/scarto. Un flusso elevato di acqua allo scarto consente, quindi, di trascinare tutte le componenti da eliminare mantenendo la rete "pulita". Indicativamente un rapporto di 1:6 risulta corretto. Con acque particolarmente "dure" (oltre 600 microsiemens) è quindi indispensabile regolare rapporti di scarto di almeno 1:10. Per misurare e regolare il rapporto di scarto si possono utilizzare due contenitori graduati (esempio: 5 ml nel contenitore osmosi e 50 ml nel contenitore scarto, ottenuti nello stesso tempo) agendo sul regolatore di flusso. La qualità e l'efficienza dipendono, altresì, dalla pressione della rete: un minimo di due-tre bar e un massimo di sette.
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